Dario Candela, pianista, didatta e direttore artistico della parte dedicata alla musica classica per Piano City Napoli, quest’anno porta a termine il suo progetto dedicato all’integrale delle sonate di Domenico Scarlatti. Progetto avviato lo scorso anno con l’esecuzione di duecentocinquanta delle oltre cinquecento sonate scarlattiane affidata all’esecuzione di ben novantadue studenti di dodici Conservatori italiani, quest’anno sarà portato a compimento con la partecipazione di diciotto Conservatori, assumendo anche un sapore internazionale grazie alla partecipazione del Conservatorio di Cracovia e di quello di Madrid.
Si comincia il 24 marzo al Conservatorio San Pietro a Majella e si prosegue fino al 26 marzo, data in cui ha inizio anche l’edizione 2020 di Piano City Napoli, ma dal 27 marzo la maratona si sposta nella Sala della Loggia al Maschio Angioino. Direttore artistico è Dario Candela, mentre il coordinamento è affidato a Carmela Gentile.
Domenica 29 marzo alle 10.30 l’inizio delle esecuzioni sarà preceduto da una tavola rotonda intitolata “Il Genio Di Domenico Scarlatti”, a cura di Alfonso Todisco, con la partecipazione di Enrico Baiano, Marco Moiraghi, Alfonso Todisco, Paola De Simone e la moderazione di Catello Gallotti.
Abbiamo raggiunto l’ideatore e direttore artistico del Forum Scarlatti, Dario Candela, che ci ha parlato di questo progetto in questa intervista.
In primavera a Trapani si terrà un grande evento dedicato a tutta la famiglia Scarlatti in occasione del quale a Dario Candela sarà conferito il Premio Unesco per la Cultura in virtù della sua attività di divulgazione culturale.
Paola Parri: L’integrale delle Sonate di Scarlatti: perché e come nasce questo progetto?
Dario Candela: Il progetto è nato l’anno scorso e immediatamente ho pensato di suddividere il repertorio di più di 500 sonate in due anni, 250 lo scorso anno e 250 quest’anno. Il progetto è stato subito legato ai Conservatori. L’ipotesi più plausibile per un numero così elevato di composizioni era affidarne l’esecuzione agli studenti, anche per un aspetto didattico, dal momento che le sonate di Scarlatti fino a qualche tempo fa erano obbligatorie nel curriculum didattico, poi sono andate via via scomparendo, ma ritengo giusto che siano studiate.
Il primo anno hanno partecipato all’integrale 12 Conservatori italiani, quest’anno ce ne saranno 18, due dei quali stranieri, il Conservatorio di Cracovia e quello di Madrid. Dunque il progetto sta crescendo e l’adesione da parte dei Conservatori è stata immediata ed entusiastica, anche perché un’iniziativa così non ha precedenti in Italia. Sono molto contento di aver promosso questa grande maratona. Il primo anno hanno partecipato novantadue pianisti, quest’anno saranno circa cento.
I concerti inizieranno il 24 marzo al Conservatorio San Pietro a Majella e proseguiranno dal 27 marzo al Maschio Angioino. Saranno concerti a ingresso libero a cui assisteranno anche molti studenti dei Licei musicali e del Conservatorio.
P.P.: Parliamo della Sonata di Scarlatti. Ne ha scritte circa 550 se non sbaglio. Qual è l’importanza di Scarlatti nell’evoluzione del genere?
D.C.: Domenico Scarlatti è per me il principale compositore italiano di opere per tastiera, non solo per la quantità della sua produzione, ma soprattutto per la sua qualità. Lo scorso anno ho avuto la fortuna di ascoltare l’esecuzione di tutte le 258 sonate ed è stata un’esperienza magnifica, perché c’è una varietà melodica e di caratteri veramente strabiliante.